martedì 10 settembre 2013

Grottesco Nostrano

Liberamente ispirato a fatti (ahimè) realmente accaduti.

In una cittadina di fantasia



Ore concitate per il futuro della scuola paesana, si susseguono colpi di scena da lasciare senza fiato.



Piccola cronaca:
Il sindaco annuncia la chiusura dell'edificio che ospita le scuole elementari. Motivazioni: è stato seriamente lesionato dai terremoti irpini del 1930, 1962 e 1980, da quello dell'Umbria del 1997, dal terremoto del Molise del 2002, da quello di Sumatra del 2004, quindi si agisce tempestivamente ordinando immediatamente lo sgombero di tutti i locali. Il primo cittadino dichiara: "Dal 1993 studiamo le carte, sono finalmente arrivato al rigo dove dicono che la scuola non è antisismica."

La perizia è inclemente: la struttura non può essere riparata, i nani che forgiavano il metallo di cui è composta nella fucina di Stromboli si sono estinti. I 18 milioni di euro della regione sono inutili, non li vogliamo. Dovrà essere lasciata all'abbandono per qualche anno, altrimenti l'edificio delle scuole medie si offende e si sente solo.

L'amministrazione compie tutti gli sforzi per trovare una sistemazione agli alunni in procinto di iniziare l'anno scolastico. Il sindaco dichiara: "Le elementari traslocheranno nelle medie, le medie nell'asilo, l'asilo dal giudice di pace, il giudice di pace da mia nonna." Poi si corregge: "Le elementari traslocheranno nelle medie, l'asilo in un ospizio, il giudice di pace si trova bene con la nonna. Le medie verranno eliminate: iscriveremo i ragazzi, direttamente  e a spese del comune, in un prestigioso istituto privato di istruzione superiore."

Richiamato dal Ministero della Pubblica Istruzione, il sindaco è costretto a rettificare e a trovare soluzioni alternative. Fallite le trattative con il circo Nando Orfei per il fitto di un tendone gigante, si continua con i progetti di spostamenti: le elementari nell'asilo, le medie in un asilo abbandonato, l'asilo nelle medie, il giudice in un ospizio con la nonna.


Colpo di scena! L'amministrazione risolve il problema: trasferire la scuola in altro comune. Il sindaco ai giornali: "Allora sentite questa: le elementari nelle medie e le medie nella casa comunale ma di un altro comune. Guardate, i locali sono bellissimi, hanno l'approvazione mia, del provveditorato, dell'asl, del consiglio d'Europa e di Renzo Piano per le qualità architettoniche sublimi. E pensate che non sono nemmeno dei garages! Il trasporto verrà garantito a mie spese sul nuovo treno magnetico di produzione tedesca." L'assessore all'istruzione tranquillizza i genitori sulla durata della permanenza oltre i confini: "La soluzione sarà temporanea. Resteranno al massimo fino al diploma, poi non saranno più fattacci vostri."


Ancora una svolta nella vicenda: il preside del locale liceo, invidioso della bellezza delle aule ricavate nella casa comunale, mette sul piatto la proposta di fare a cambio. "Voglio che siano i miei studenti a far uso della soluzione temporanea" -dichiara- "le medie si trasferiscano pure, temporaneamente, nel liceo" Il sindaco accoglie la proposta e finanzia i lavori di adeguamento delle ex scuole medie, troppo piccole per ospitare le elementari. Vengono ricavate altre tre aule: una in un vecchio rifugio partigiano, una in cima al campanile, e un'altra distante alcuni isolati dal plesso, nascosta in una cavità naturale ma fornita di magnetizzazione polare per orientare le bussole di cui i ragazzi saranno forniti per rintracciarla.

Il piano però è bloccato: il liceo non è l'unica istituzione ad aver messo gli occhi su quei locali. L'Università degli Studi di Napoli, affascinata, propone di fare a cambio con il rettorato. Palazzo Madama li vuole per tenerci le sedute della giunta per le autorizzazioni. Istituzioni varie, anche molto in alto, inviano richieste ma invano, alla fine si desiste. "Se non può averli il Papa non li avremo nemmeno noi" dichiara il preside. 

Il sindaco, dopo altri sforzi di fantasia e dopo aver rifiutato un'offerta come sceneggiatore di Lost, pronuncia il diktat: "Mi sono rotto le scatole, io sono il sindaco, indosso una fascia, non è possibile che debba inventarmi tutte queste fesserie per farvi contenti! Si fa come cavolo mi pare e basta! O così o niente scuola, tanto c'è la crisi e non troveranno lavoro comunque, che studiano a fare? Mandateli da me che li sistemo."


Sarà finita?
Alla prossima puntata.


Charlot