martedì 3 febbraio 2015

Lauro, terra di mezzo o dell’importanza dei vostri incidenti.



Lauro. Ormai sono abituata: quando mi chiedono “Dove abiti?” e rispondo “a Lauro” quando mi va bene mi rispondono “Lauro chi????” come quando Renzi ha apostrofato il povero Fassina, destinato all’eterno oblio. Per essere “geograficamente collocata” infatti mi tocca rispondere con grande rammarico “Nola”: ma la realtà è che spesso neanche i nolani desiderano avere a che fare con noi valligiani….eppure siamo così carini con i nostri bambini senza scuola e il nostro shopping compulsivo da Vulcano Buono! 

A me tutto sommato non dispiace separare il mio destino da quella che è una grande città come Nola, sebbene l’appartenenza e le radici culturali lauretane sono più napoletane che irpine, tuttavia è giusto che ad un piccolo paese come il nostro vengano date la dignità e i servizi minimi che merita. Si, miei cari lettori, perché adesso voglio raccontarvi un fatto vero, accaduto nella settimana di ferragosto dell’anno appena trascorso. 

Chi abita a Lauro o nel Vallo deve fare estrema attenzione a quando si fa male e soprattutto all’intensità con cui lo si fa perché all’ospedale potrebbe avere una brutta sorpresa! 

È accaduto ad un mio amico che ha fatto un brutto incidente con la sua moto a Fontenovella, a pochi passi dalla fabbrica di nocciole. Un volo di diversi metri, un atterraggio da film e un grande spavento! La corsa in ospedale per controllare se ci fossero traumi a carico della colonna vertebrale o possibili emorragie interne. L’ambulanza del 118 sfreccia verso l’ospedale di Nola ma… al Pronto soccorso arriva la “sfogliatella”! “Lei mio caro amico, l’incidente l’ha fatto a Lauro: vada ad Avellino! Da Lauro accettiamo soltanto codici rossi!”, vale a dire: “Per noi non è abbastanza morto, ripassi più tardi!!!!”. Nonostante le proteste degli operatori del 118, all’accettazione sono stati irremovibili: ad Avellino, dove il mio amico è stato preso in carico con un codice giallo, quindi con una certa urgenza, abbiamo aspettato tutta la notte, è vero, ma sono stati fatti tutti gli accertamenti del caso ed in più è stato proposto al paziente di rimanere sotto osservazione anche il giorno seguente. Insomma non si trattava di una bazzecola! 

Ora, possiamo ridurre davvero tutto ad una mera questione territoriale? Il Vallo di Lauro, che è un po’ napoletano e un po’ irpino, per la parte irpina conta un bacino d’utenza di circa 12.398 persone, la cui maggior parte è anziana: l’ospedale di Nola è distante da Lauro solo 11 km, quello di Avellino 34,9 km attraversando la Taurano-Monteforte, una strada che neanche  Bagdad dopo i bombardamenti ci invidia. Del resto accettare pazienti in sistemi ospedalieri al collasso, che coprono zone di fitta densità abitativa è una situazione che compromette la qualità delle cure e la dignità del paziente. 

Allora che fare? Al momento ci tocca prodursi in scongiuri e danze apotropaiche affinché non capiti mai a noi…. Nel frattempo però, se fossi Primo cittadino, una letterina a Caldoro la scriverei…così giusto per ricordarglielo!

Valentina Manna

Nessun commento:

Posta un commento